giovedì 1 maggio 2014

Et cetera -Ballata del lavoro, Edoardo Sanguineti (novembre 1982)











con le due mani nati a lavorare,

nati con i due piedi a camminare

con lavorare si va per salire

per una scala che va a proseguire:


questa è una scala che sale a spirale,

e che qui ci significa la vita:

quando ci sali ti è già incominciata,

quando finisci non ti è mai finita:


e prima i padri, e poi salgono i figli,

che così vanno le generazioni:

questa scala significa la storia,

che chi è passato resta per memoria:


se te la guardi come fosse ruota,

vedi che gira come la fortuna,

che ti trascina come vecchia giostra,

e fa le fasi come fa la luna:

ma la luna sparisce e ti ritorna,

te, la tua giostra, ti fa un solo giro.

che se ti guardi la tua vita sola,

ci vedi il primo e l’ultimo respiro:


se poi la guardi come fosse torre,

vedi Babele, che fu confusione:

fu in Babilonia, dove si confusero

tutte le lingue in tutte le persone:

ma quella torre si sognava un cielo,

te, la tua torre, qui in terra ti tiene:

che se guardi lì, muscoli e ossa,

un grattacielo, ci vedi una fossa:


ma questa, che è la vita, sale a vite,

che come sta un martello ci sta dura,

e ci sta curva come sta una falce,

ma che ci trovi lì la tua ventura:

per questa scala ci trovi i compagni,

salire insieme, insieme lavorare:

così sta scritto in qualunque scrittura,

chi non lavora, niente da mangiare:


con le due mani nati a lavorare,

nati con i due piedi a camminare,

con tutto il corpo nati qui a sudare,

e ancora nati a ruscare e a sgobbare,

e nati a faticare e a travagliare,

per questa scala ci impari a lottare,

e fare fine a tutto il dominare,

e, te con gli altri, tutti liberare:

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