sabato 17 dicembre 2022

Estinti saluti: dal giurassico con amore

“Passami il bisturi.” No, non siamo in una sala operatoria, non ci sono chirurghi impegnati a salvare vite umane. Più modestamente, siamo in un reparto creativo di un’agenzia di pubblicità negli anni belli, tra i ’70 e i ’90.

 

Io, che in pubblicità sono “entrato” ufficialmente nel 1989, non so quante volte ho sentito un art director (o assistente art) sibilare questa richiesta in fase di montaggio dei layout.

Altri tempi, altri strumenti, altre parole.

 

Altre parole come: schoeller, cow gum, magic marker, spray mount, paste-up, lente contafili, reprocamera: tutto un vocabolario di cose che si potevano toccare con mano e alcune anche inalare rischiando i polmoni.

 

Oggi questi vocaboli sono sconosciuti alla maggior parte dei giovani creativi che calcano le ribalte digitali, dove tutto viene realizzato e consumato in tempi velocissimi e il supporto è diventato intangibile, fluido come lo streaming.

 

Un mondo giurassico della comunicazione e della creatività che rischiava di restare tumulato nei ricordi di chi, pubblicitario in quegli anni, questo mondo se lo sarebbe portato con sé nella tomba (il più tardi possibile, ovviamente). Senza tramandare alcunché di brillante o semplicemente utile alle generazioni a venire.

 

Per fortuna, un manipolo di vecchi creativi alive and kicking, guidati con indomita editoriale follia da Lele Panzeri, Till Neuburg, Ambrogio Borsani e Marco Ferri, ha riportato alla luce memorie, atmosfere, persone e personaggi, vizi e virtù di quel mondo destinato all’oblio e alla polvere di annual che nessuno ha più la curiosità di sfogliare.

 

Estinti Saluti (Fausto Lupetti Editore, sotto l’egida dell’ADCI -Art Directors Club Italiano) è un memoir collettivo, un divertente affresco di quel mondo creativo ormai estinto.

Un coro di 66 voci diverse che ricordano, illustrano, dettagliano, con sfumature che vanno dalla cronaca vera all’amarcord, dalla case-history al caso umano, dalla short-story alla battuta memorabile.

 

Uno scavo archeologico di grande importanza che, se da una parte può far sorridere per l’assurdità di certe situazioni, dall’altra costituirà veridica testimonianza storica per i futuri studiosi di comunicazione.

In apertura, l'ottimo intervento “scientifico” di Gabriele Qualizza, ex copywriter e docente di sociologia dei media all’Università di Udine, che, purtroppo, è mancato recentemente.

 

Dopo questa marchetta di epica pubblicitaria, mi prendo i miei 15 minuti di celebrità (come profetizzava l’ex art director Andy Warhol). Sì perché in questo mattone di ben 450 pagine, tutte leggerissime e godibili, ci sono pure io: essendo presente non come scrittore ma come creativo citato e non citato.

 

Pertanto, ringrazio Gianpietro Vinti, direttore creativo musicalmente avanti, che ha ricordato un buffo episodio avvenuto nella casa milanese di Sandra e Raimondo Vianello: episodio che la mia memoria buggata non ricordava.

 

E ringrazio anche il sempre “pupellico” bro Marco Pupella, che mi evoca senza nominarmi nella campagna del Negronetto: in coppia aperta, come giovani creativi abbiamo fatto buone cose in J.Walter Thompson Milano.

 

Chiudo qui. E vi invito a comprare e leggere Estinti Saluti: per sorridere e meditare sui tempi andati, per conoscerli se non li avete vissuti e, infine, per ricordare che le idee brillanti non si estinguono come i tirannosauri.