venerdì 1 aprile 2005

Creatività e dintorni 10

Quando mamma e papà parlavano di Hitler e dei nazisti, sentivo salirmi brividi lungo la schiena. Ma mamma e papà dicevano che noi eravamo al sicuro. Su, nella mia stanza cercavo di disegnare. Disegnare mi faceva sempre stare meglio.

L’odore della carta. Il lieve e raschiante suono della matita. Le immagini che spuntavano dalla pagina bianca, le linee abbozzate in mostri, o eroi, o paesaggi alieni bloccavano ogni altro pensiero.

Disegnare sembrava liberarmi la mente, condurre le mie paure in piccoli angoli e fessure. I disegni sembravano sgorgare senza fine dalla mia matita. Cosa facevano le altre persone quando i problemi di ogni giorno invadevano i loro pensieri? Io ero fortunato. Io potevo disegnare.

Da: Yossel 19 Aprile 1943, Joe Kubert, Free Books, Città di Castello, 2005.


Joe Kubert (1926) è uno dei più grandi artisti del fumetto. Yossel è una graphic novel, è un racconto della rivolta del ghetto di Varsavia. Come fu per Maus del più giovane Art Spiegelman, Yossel di Kubert conferma in modo definitivo le possibilità del fumetto come linguaggio narrativo maturo, capace di fondere memoria e invenzione. Se siete rimasti a Topolino e Braccio di Ferro, vi consiglio di leggerlo.

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