domenica 5 novembre 2006

Creatività e dintorni 30 -I 10 principi di Ramachandran e Hirstein

Quest'estate ho cercato di leggere Che cosa sappiamo della mente, scritto dal neuroscienziato Vilayanur S. Ramachandran. Scrivo “ho cercato” perché la lettura, per quanto divulgativa, non è delle più facili.

C'è un capitolo intitolato Il cervello artista in cui Ramachandran si domanda:

In particolare, è lecito chiedersi se esistano gli universali artistici. Vi è un'infinita di stili artistici nel mondo: tibetano, greco classico, rinascimentale, indiano (...) L'elenco è interminabile. Ma, nonostante l'incredibile varietà, è possibile rinvenire dei principi o delle leggi universali che trascendano i confini e gli stili delle singole civiltà?

La risposta dello scienziato è sì ed è costituita da un elenco di 10 principi universali:

  1. L'iperbole esagera alcuni elementi rendendoli attraenti

  2. Il raggruppamento percettivo permette agli oggetti di staccarsi dal fondo

  3. L'isolamento modulare aiuta a concentrare l'attenzione (“less is more”)

  4. Il contrasto viene “estratto” e rinforza la percezione

  5. La visione è un progressivo “problem solving” percettivo

  6. La simmetria è attraente

  7. La metafora e i giochi visivi arricchiscono l'arte

  8. Avversione per le coincidenze sospette e preferenza per i punti di vista generici

  9. L'equilibrio

  10. Ripetizione, ritmo e ordine

I meccanismi alla base di questi principi (che nel libro non sono spiegati completamente) si legano e rinforzano l'un l'altro rendendo possibile la percezione del messaggio artistico. Ogni volta che il nostro cervello risolve un problema visivo “applicando” uno o più principi (contemporaneamente) scatta un'auto-gratificazione: è come se la nostra mente si complimentasse con se stessa per i progressi raggiunti.

In buona sostanza (e correndo il rischio di semplificare troppo), il nostro cervello per economizzare risorse, lavoro e attenzione agisce e percepisce secondo queste costanti operative.

Nella creatività pubblicitaria, molte idee si basano proprio su questi principi.

Il principio del contrasto, ad esempio sembra ispirare l'annuncio qui sotto.


La metafora ispira quest'altro.

Metafora e isolamento qui.


Esagerazione e gioco visivo, in questo.

Un bell'esempio di “problem solving percettivo”.


Per il nostro cervello, quindi, risultano attraenti quei messaggi che lasciano una porticina aperta. I nostri neuroni sono gratificati da una certa quantità di lavoro che il messaggio gli lascia compiere.

Per approfondire segnalo queste risorse: mixing memory 1 e 2, neuromarketing 1 e 2, la presentazione (pdf) di Bruce Gooch , la Reith Lecture di Ramachandran tenuta alla BBC, Synesthesia and universal principles of art in The New York Academy of Science.

3 commenti:

. ha detto...

don't understand your comments, but agree that this last ad should be posted. love the art. really like the second one too, and know it's from milan. good work. cheers.

. ha detto...

my bad, saw the translation now

Anonimo ha detto...

Mi sono permesso di citare questo post nel mio blog, in un brevissimo testo nel quale mi sono trovato a parlare di comunicazione pubblicitaria.
Grazie per l'illuminante ispirazione (e per la successiva ispirante illuminazione).
Se volete, potete trovarlo qui
http://dariocherubino.blogspot.com/2006/11/devessere-una-bizzarra-deformazione.html