giovedì 30 ottobre 2008

Storie -It takes a tough copywriter to write great ads



chuukyuu: 

How and when did you, Mr. Scali and Mr. Sloves come to know each other?

Mr. McCabe:

First of all, it is important to know that there were more than three of us. Five of us started the agency. Scali, McCabe, Sloves, Hultgren and Pesky. We did not need five people to start the agency. But the current trend is to start with an art director, a writer and an account man. And that is fine if you're going to be just a "creative agency" and make nice ads, but there is more to advertising than that. So one of our men was heavily involved in research and another one in the marketing of consumer packaged goods products. So we then had not only two creative people but a good account man, a marketing man and a combination research and media man, which is what an advertising agency needs anyway.

Continuate a leggere la storica intervista a Ed McCabe nel blog curato da chuukyuu: da seguire post dopo post.




Nel The Milton Glaser Design Study Center and Archives altri annunci di Ed McCabe.

mercoledì 29 ottobre 2008

La pubblicità secondo Clarice Lispector

Eppure si prendeva i suoi piaceri. Nelle gelide notti, tremebonda sotto il lenzuolo di tela, aveva l'abitudine di leggere al lume di candela gli annunci pubblicitari che ritagliava da vecchi giornali dell'ufficio. Sì, faceva collezione di annunci pubblicitari. Li incollava sull'album. Ce n'era uno, il più prezioso, che rappresentava, a colori, un vasetto aperto di crema per la pelle di donne che semplicemente non erano lei. Strizzava gli occhi, questo il suo tic di più recente acquisizione, e se ne restava lì a delirare, crogiolandosi all'idea di quella crema tanto appetitosa che, se avesse avuto i soldi per comperarla, non sarebbe stata sciocca. Altro che bellezza della pelle! Quella crema lei se la sarebbe mangiata, a cucchiaiate, direttamente dal vasetto. Sì, proprio così.

Da: L'ora della stella, Clarice Lispector, Feltrinelli.

sabato 18 ottobre 2008

Storie -Rivoglio indietro la mia vita

"Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni! E voglio ancora scrivere, scrivere, scrivere perché è quella la mia passione e la mia resistenza e io, per scrivere, ho bisogno di affondare le mani nella realtà, strofinarmela addosso, sentirne l'odore e il sudore e non vivere, come sterilizzato in una camera iperbarica, dentro una caserma dei carabinieri - oggi qui, domani lontano duecento chilometri - spostato come un pacco senza sapere che cosa è successo o può succedere. In uno stato di smarrimento e precarietà perenni che mi impedisce di pensare, di riflettere, di concentrarmi, quale che sia la cosa da fare. A volte mi sorprendo a pensare queste parole: rivoglio indietro la mia vita. Me le ripeto una a una, silenziosamente, tra me".

Roberto Saviano, da la Repubblica.it