Scrivere uno slogan non è come scrivere un’ headline. Lo slogan non si esaurisce completamente nel rapporto con l’immagine che l’accompagna: in un certo senso, si lega ad essa ma può anche farne a meno. Anzi, questa dimensione esistenziale autonoma (dall’immagine) è la condicio sine qua non che fonda lo slogan. Dopo decenni noi ci ricordiamo dello slogan ma non dell’immagine (o immagini). Imagines volant, scripta manent.
Lo slogan è un lampo, è un proiettile, è un accordo, è un graffio, è una ventosa. Nel gergo pubblicitario lo slogan prende nomi diversi: tagline, pay off, claim.
Queste e altre informazioni le trovate nel sito di Timothy Foster: Adslogans, vera miniera di slogan, con una hall of fame, suggerimenti per fare, check list e utilities per copywriter professionisti.
Altre raccolte preziose sono quella di Wikipedia, il sito tedesco Slogans.de, il sito americano TV acres nella sezione slogans, i 10 slogans del secolo secondo Ad Age e il database della Texas University. Un breve essay di Jeffrey Schrank intitolato The language of advertising claims cerca di svelare i meccanismi base di costruzione dei claim.
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