domenica 28 novembre 2004

I 6 cappelli per pensare

Edward De Bono è uno dei massimi esperti nel campo del pensare creativo. Ha dedicato tutta la vita allo studio e all’insegnamento delle tecniche per rendere più creative (e innovative) le organizzazioni aziendali e le singole persone che vi lavorano.
Il metodo dei 6 cappelli per pensare è intuitivo e facile da applicare in qualunque contesto di gruppo, grazie anche a quel tanto di teatrale che lo caratterizza. Si tratta infatti di indossare (a turno, metaforicamente) 6 cappelli di colore diverso, ciascuno con una propria funzione distinta. Ogni qualvolta si intraprende un nuovo progetto o si cercano nuove soluzioni può essere utile applicare questo metodo. Ecco a cosa servono i cappelli.

Il cappello bianco
Va indossato nella fase di ricerca, raccolta, sistematizzazione delle informazioni e dei dati disponibili al momento. Abbiamo tutte le informazioni necessarie? Come facciamo a ottenerle? Sono attendibili? E così via: bisogna diventare degli Sherlock Holmes.

Il cappello rosso
Va indossato per liberare ed esternare pubblicamente le sensazioni, le emozioni e i sentimenti (spesso trattenuti) che possono nascere davanti ad un nuovo progetto. Senza vergognarsi di quello che si dice, senza pudori o censure preventive (o autocensure).

Il cappello nero
Va indossato per giudicare se e perché un’idea non funziona. Non si tratta di generici non mi piace ma di dati di fatto o limiti reali che possono impedire lo sviluppo di un progetto. Serve per evitare cantonate o sbagli o frustranti dispersioni di risorse.

Il cappello giallo
Va indossato per esprimere i lati positivi di un’idea. I modi migliori per realizzarla su base logica. I vantaggi concreti che ne possono derivare. Senza trionfalismi o entusiasmi immotivati.

Il cappello verde
Va indossato per liberare la creatività. Per produrre nuove idee. Per muovere le acque stagnanti. Per cercare spunti in ogni direzione. Per far crescere e moltiplicare le alternative allargando gli orizzonti, outside the box.

Il cappello blu
Va indossato per dare una guida al modo di pensare (nel gruppo). Creare una successione dotata di senso al fluire delle idee. Stabilire le priorità da seguire e gli obiettivi da raggiungere. Una funzione normativa per stabilire un’agenda e un progress efficienti.

Il metodo dei 6 cappelli di Edward De Bono ha il vantaggio di accompagnarci lungo l’iter di sviluppo di un progetto: dal lavoro di intelligence sulle informazioni al controllo delle idee prodotte e della loro fattibilità. E’ un metodo ideale per le organizzazioni di lavoro di una certa complessità e cristallizzazione dei ruoli.
In realtà i 6 cappelli sono utilizzabili anche dal singolo individuo. E’ un modo per entrare e uscire da quello che si sta facendo. Una ginnastica che abitua la mente ad occupare diverse posizioni: l’investigazione, l’emozione, il giudizio, la positività, l’energia, il controllo.
I 6 cappelli non sono dei punti di vista. Anzi, danno un’investitura di ruolo, di funzione e di responsabilità ampia e profonda. Che supera l’ego, il proprio ben coltivato orticello.
Il bello di questo metodo è che i 6 cappelli uno li deve indossare tutti, in tempi diversi.
Infine, chi ha un po’ di dimestichezza con il fare pubblicitario si sarà certamente accorto di quanto i 6 cappelli si conformano alle diverse fasi di costruzione di una campagna.

Rif.
www.edwdebono.com
Essere creativi, Edward De Bono, Il Sole 24 Ore, Milano 1998

1 commento:

Mary Francis ha detto...

Ho fatto questo gioco in un gruppo ed è veramente utile....faticoso ma utile!

fatelo!

paola