Et cetera -Copysauro, Weinberger e la conversazione digitale

Sono andato allo IAB Forum 2007 per vedere e ascoltare David Weinberger, uno dei creatori del Cluetrain Manifesto.

E' stata una mezz'ora di speech coinvolgente, appassionato, a volte addirittura veemente: un entusiasmo espositivo che in pochi possono permettersi, giusto quelli che sono posseduti da una visione totalizzante.

Nella pars destruens dell'intervento, Weinberger ha liquidato:

a) il vecchio arsenale bellico del marketing che riduce le persone a puro target da impallinare;

b) la pubblicità che ormai è ridotta a linguaggio fittizio, rito che si autoalimenta del proprio nulla.

Nella pars construens dell'intervento, Weinberger ha elogiato la conversazione tra umani che internet permette e che, oggi più di ieri, viene potenziata grazie all'uso di piattaforme sociali(zzanti). Una conversazione che si costruisce giorno per giorno secondo criteri di trasparenza, gratuità, apertura, onestà.

Ecco dunque le mura turrite di Fort Business crollare pian piano sotto i colpi dei blog, dei forum, dei wiki, dei network, delle mail, etc

Alla fine del discorso di Weinberger (che ho condiviso e applaudito) mi sono sentito un po' a disagio.

Perché io faccio ancora parte del vecchio mondo e trovo ancora strategicamente efficace usare i mezzi classici per fare pubblicità. Sono un copysauro che crede nel potere mitopoietico dei mass media. E crede, soprattutto, che sia possibile creare ancora una pubblicità buona, intelligente, onesta e creativa. Un pubblicità che sia l'inizio di un dialogo tra le persone: quelle che stanno in azienda e quelle che stanno fuori.

Perché non posso considerare “parte della conversazione” anche le splendide campagne Think small di Bernbach, o Pink Air di Gossage, o Apple 1984 di Wieden & Kennedy? O i coloratissimi coniglietti di Sony Bravia?

Copysauri e Art directodonti rimbocchiamoci le maniche!